Dialoghi di Nicodemo

L’anima mia magnifica il Signore!

Dai “Dialoghi di Nicodemo”

di don Gianni per il bollettino parrocchiale di maggio 1977

Stasera, Signore, ho tanta voglia di fare quattro chiacchiere con Te.

Ci sono due avvenimenti che coincidono in questi giorni: il 25° del mio sacerdozio e la posa della prima pietra della chiesa. Vogliamo parlarne?

Parliamone!

Incominciamo. Perché mi hai voluto tuo sacerdote? Sono contento, lo sai. Ma perché?

Aspetti ora, dopo 25 anni, a chiedermelo? Non ti ricordi quello che hai scritto sull’immagine della tua prima messa? Il grido del mio profeta: “I piccoli chiedono pane e non c’è chi lo spezzi loro...” e la tua risposta: “Ecco, a voi tutti io porto Gesù!”? E le parole del tuo vecchio arciprete: “Ti aspettano i fanciulli, ti aspettano i poveri, ti aspettano i giovani, ti aspettano gli ammalati ...” Penso alle persone che ti ho affidato. Tutte te le ho fatte incontrare. Sai contarle?

Più numerose delle stelle,Signore.

Credimi, Signore, che è vero quello che ho scritto sull’immagine; lo sentivo dentro più forte di me: volevo portare a tutti il tuo amore, la tua gioia, la felicità di essere veri figli di Dio. Però, se mi perdoni, Signore, devo confessarti una cosa: mi sono accorto che è molto, ma molto più quello che ho ricevuto di quello che ho donato. Quanto ho ricevuto dai miei genitori e fratelli, semplice come i fiori dei loro campi, dal mio Vescovo, dai sacerdoti confratelli nei vari campi di apostolato, dalle persone a te consacrate. Quanto ho ricevuto dai bambini, dai giovani, soprattutto dagli ammalati, dai lavoratori, da tutte le persone con le quali mi hai fatto incontrare. Sono stato come un ruscello che man mano scorreva attraverso i vari campi di apostolato, riceveva affluenti che ingrossavano il mio cuore di gioia. Perché, Signore, sei così buono con me?

Perché è difficile che uno ami, se prima non si sente amato.

Sì, è vero: con te, devo ammetterlo, ho usato un trattamento di riguardo. Ti ho perdonato molto, e ti ho circondato sempre di persone buone, perché tu sperimentassi il mio amore e la mia gioia per poi comunicarla a tutti gli altri con l’entusiasmo della prima messa, sempre.

Signore, posso chiederti un favore? Mi lasceresti sempre con questa meravigliosa comunità? Non ce n’è una più bella. Io l’ho dedicata a Te, Divin Redentore, Tu la tratti bene e ne sono riconoscente. È bello stare qui. C’è collaborazione, docilità ed affetto. Sono tutti buoni, dal primo all’ultimo. Mi sento in famiglia. Facciamo qui una tenda!

A proposito di tenda... Qual è la seconda domanda che volevi farmi? Perché è tardi, sono le 2 di notte!

Ah! Riguarda la posa della prima pietra della chiesa. Signore, la devo proprio fare la chiesa?

Come?! Hai ancora dei dubbi? Ti ho già risposto ad Assisi: ricordo che ti ho ripetuto chiaramente quello che ho detto a San Francesco: “Va e costruisci la mia chiesa!”

Signore, anch’io sono contento. Hai visto la mia fotografia con in braccio il plastico della chiesa? È bella, vero?

Sì, l’ho vista, ed ho anche sentito quello che ti ha detto ieri uno dei tuoi giovani, quando l’ha vista: “Don Gianni, non è contento perché porta in braccio la chiesa di muri, ma perché sente di portare in braccio tutti noi, pietre vive, tutta la sua comunità...”

È vero, Signore, sento di amarli tutti. Faccio male?

No, ma cerca di volere loro veramente bene, sacrificandoti. Ricordati che la prima pietra sei tu, come il chicco di grano che cade in terra e muore...

Hai visto, Signore, cosa mi stanno combinando per il mio 25°?

Sì, ma non montarti la testa, Non lo fanno per la tua persona, che tra l’altro non lo merita, ma per il sacerdote che è in te. La gente vuole ancora tanto bene al sacerdote. Perché vogliono stimolarti ad essere più generoso con un amore più maturo... Sei ancora un po’ bambino. Ciao e buonanotte... e dormi tranquillo che la chiesa si farà, e bella.

Ciao, Signore, Buonanotte. L’anima mia magnifica il Signore...